Non c’è dubbio che l’immagine percepibile percorrendo
Strada Ritorta in direzione est, verso Strada Martinella, con a sinistra la
scuola, al centro il parco della villa del Marchese e a destra i bassi
fabbricati del vecchio caseificio e la chiesa, costituisce il segno riconoscibile
dell’identità di Vigatto e della sua comunità oltre che della sua storia.
Anche la Gazzetta di Parma quando pubblica servizi
dedicati a questa frazione riporta sistematicamente questa immagine.
Già questo fatto costituisce un motivo
serio per non comprometterla con nuove edificazioni, soprattutto quando i
bisogni che inducono la necessità di ricorrere a nuovi fabbricati è
perseguibile in modo diverso.
Anche i primi risultati della ricerca
dedicata alla storia del paesaggio riferita al territorio compreso tra i torrenti
Parma e Baganza, quello una volta riconosciuto al vecchio Comune di Vigatto, da
noi avviata, conferma l’importanza testimoniale di questa veduta.
In questo sito, quello riferito
all’immagine sopracitata si sovrappongono e sono riconoscibili i segni dei
lasciti storici importanti, che testimoniano la storia di questo territorio:
1. La centuriazione romana
riconducibile al primo secolo a.C. , contiamo che anche gli archeologici
incaricati dal Comune se ne rendano conto. Il toponimo Vigatto trae origine da
questo fatto storico, infatti deriva da “Vicus Catuli”.
Caio Lutezio Catulo è il pretore
romano che in età augustea ha avviato la bonifica di questi territori ed i
primi insediamenti agricoli.
2. La chiesa di Vigatto di fondazione
risalente all’età Medioevale, costituisce un altro segno importante della presenza
di un insediamento umano in questo periodo.
3. La villa del Marchese con il suo
parco è la testimonianza importante dall’interesse rivolto dalle grandi
famiglie aristocratiche di Parma a questa parte del territorio, prescelta come
sede di residenze patrizie e di sfruttamento agricolo anche in virtù della sua
riconosciuta fertilità.
Molte sono le ville realizzate, e
tutt’ora nel territorio dell’ex comune di Vigatto, al tempo del ducato (Farnese,
Borboni, Marialuigia) con le corrispondenti proprietà agricole e tra queste
quella del Marchese Meli Lupi di Soragna a Vigatto.
4. La scuola risalente al 1913,
testimonianza significativa, da un lato della campagna di alfabetizzazione
avviata dal regno d’Italia all’inizio del secolo scorso e dall’altro
dall’architettura tipica di questo periodo.
5. Il caseificio e quel che ne resta
costituisce un altro segno importante della storia agricola di questo
territorio e più in generale di Parma. La lavorazione del latte e la produzione
del formaggio Parmigiano costituisce da secoli la fonte principale della
ricchezza dell’agricoltura di queste aree e della sapienza dei suoi
agricoltori.
6. Infine, il paesaggio agrario
percepibile da chi percorre Strada Martinella si impone come segno della
ruralità del sito e del carattere distinto rispetto ai quartieri delle
periferie urbane.
La rinuncia ad interrompere il corso
di un’urbanistica che ha ridotto le frazioni del comune di Parma, e tra queste
anche Vigatto, a periferie, costituisce un obbiettivo irrinunciabile che
potrebbe vedere protagonisti i nuovi amministratori del Comune con le comunità
locali.
QUALI SONO INVECE I MOTIVI PER CUI
SOSTENIAMO L’IPOTESI DELL’AMPLIAMENTO DELLA VECCHIA SCUOLA.
La scelta di ampliare l’esistente edificio scolastico risalente
al 1913 è motivata soprattutto dalla considerazione di dover garantire la
conservazione, come già detto, dell’immagine visiva percepibile provenendo
dalla Strada Ritorta che costituisce un segno identitario della frazione, oltre
che dalla qualità architettonica del vecchio edificio scolastico.
I quattro punti fondamentali del progetto da noi
ideato sono:
1- Il complesso edilizio ipotizzato, oltre ai locali
destinati alle attività didattiche (aule, laboratori, ecc…) comprende anche
altri locali destinati a mensa, palestra e spazi utilizzabili e fruibili anche
per attività extrascolastiche da tutta la popolazione del quartiere.
L’accessibilità a questi ultimi è garantita in modo separato rispetto a quelli
esclusivamente destinati all’attività didattica.
2- Il progetto accenna anche a un intervento di
accessibilità dal territorio, alternativo a quello veicolare attraverso piste ciclabili e pedonali.
3- Si ipotizza che l’unità didattica costituita dalla
classe sia costituita da un insieme di spazi interni ed esterni oltre che
singolarmente dotati di locali destinati a servizi.
4- Il sistema costruttivo prevede l’impiego di
tecnologie innovative atte a garantire la completa autosufficienza energetica
di tutto il complesso edilizio.
Il controllo e la lettura del funzionamento del
sistema potrà costituire oggetto di attività didattica.
A suo tempo sono stati avviati contatti e
collaborazioni con la facoltà di ingegneria dell’università di Modena e Reggio
(Prof. Dumas) per sviluppare studi e ricerche finanziabili dall’Unione Europea.
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